giovedì 30 gennaio 2014

Crispianeme

Caro destinatario,
certo non sono mancate le volte in cui ho citato, tra le mie lettere, il mio paese o frasi nel mio dialetto, dando per scontato che potessi vedere le immagini che si creavano nella mia mente o capire quello che volevo dirti. Una lettera, in particolare, ti è stata scritta spinta dal pensiero di quel che sarebbe potuto accadere se fossi andata via e non di rado scrivo sollecitata dalla malinconia. Andar via e abbandonare luoghi che conosco come le mie tasche, che potrei attraversare ad occhi chiusi sarebbe davvero terribile ma a volte risulta indispensabile. Curiosa mi è parsa, allora, la nascita di un gruppo sul social che è così famoso che non ha neanche bisogno di nome, perché l’icona già figura nella mente, e che appunto riporta il nome del mio paese. Sei di Crispiano se.
La catena di scambio formatasi è stata così forte quanto incredibile, che il telefono riportava sempre una notifica attiva, che ti connettessi alle dodici del giorno o alle undici la sera e non ti nascondo che la cosa mi ha davvero riempita di calore. Passeggiando per Crispiano, poi, ho avuto una sensazione diversa dal solito, era come se chi mi stava davanti, chi mi camminava accanto o chi si apprestava ad entrare in casa avesse con me qualcosa in comune che probabilmente ho sempre dato per scontato: la terra natia. Strano come ci si possa sentire più vicini se solo si pensa che abbiamo esperienze di vita comune o che i nostri piedi hanno calpestato le stesse strade, chi da dieci, chi da venti e chi da cinquant’anni.
In un primo momento mi sono limitata a leggere quasi superficialmente, poi è nata la curiosità sempre maggiore di sapere “ma ce cos ten’n tant da dish’r?”*, perché i nomi che comparivano nel gruppo erano sempre diversi, magari con meraviglia di chi neanche pensavi fosse registrato sul network, e di lì son cominciati a comparire i sorrisi perché mi rendevo conto che quel dialetto io lo capivo bene e (spesso, non sempre) riuscivo a concretizzare momenti raccontati in luoghi che ancora persistono. Son tornata indietro di tanti anni, anche a momenti a cui mi capitava di ripensare ma che magari accantonavo come niente; mi è venuto in mente il vecchio centro storico in cui abitavo da bambina e tutta la zona di Crispianello che adoravo in tempo natalizio o le volte in cui facevo avanti e dietro da Minerva perché compravo un quaderno ma dimenticavo la penna, ed il panico le prime volte in cui ho avuto a che fare con la vecchia Lira perché non sapevo quando mi spettava il resto e quando no; e il richiamo che ancor oggi non riesco a capire di Alessandro il fruttivendolo, che certamente annunciava in modo inconfondibile la sua presenza! Se ci penso ora mi vien da sorridere. Tantissima, poi, la gente nominata e che nemmeno conosco, seguita dai tanti soprannomi che rendono conoscibile l’ignoto, quando per cognome non ti conoscono ma se dici il soprannome allora diventi famoso. Che poi, chissà com’è che ti conoscono bene col soprannome.. chissà cosa dicono!
Non celo la malinconia nata leggendo post di anni in cui non esisteva neanche il pensiero di me, foto in cui la piazza era diversa, la posta non era la posta di ora e la villetta era tutt’altra storia. Io non c’ero ma ci volevo essere. Se penso alla Crispiano quando non c’ero, la prima cosa che mi viene in mente sono le strade gremite di gente che passeggiano, cosa che solerte mi raccontava mia madre, e che adesso non vede neanche anima viva.
“Crispianeme” è bella se la vivi. E’ bella anche quando te ne lamenti, “manca questo, quello è difettoso”, ma è bella proprio perché forse senza tanti difetti non sarebbe la culla della nostra vita. Crispiano è bella perché accomodante, è bella perché quando te ne vai senti che ti manca, è bella perché quando ne parli e stai fuori paese dici pure che ha ventimila abitanti ma non per esagerazione ma perché effettivamente ti accorgi che dentro di te è grande.
Sono contenta di aver conosciuto e di continuare a conoscere il mio paese. Ovviamente, ma che te lo dico a fare, non ho citato assolutamente nulla perché son così tante le vie, così tante le persone che ci sono e non ci sono più che ci perderemmo in chiacchiere per giorni e giorni (e sta già accadendo) ma, d’altronde, va bene così. Crispiano è bella perché non basta una vita per conoscerla tutta. Crispiano è bella perché è mia.


“Cr’spien quant m cosh
Cr’spien m fesh suffrì
Cr’spien ji non m n fosh
Cr’spien.. do agghija murì.”

https://www.youtube.com/watch?v=uk-xzSb2DVY

*ma cos'hanno tanto da dire?

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