venerdì 10 aprile 2015

Amore? Piuttosto la scarlattina!

Quando intorno a te cominciano ad aleggiare parole come MENOPAUSA, TINTURE PER CAPELLI, ALZHEIMER ed anche la tanto agognata PILLOLA DELLA PRESSIONE, è anche normale che 1 su 2 tua madre venga da te a chiederti quando libererai finalmente la camera (neanche fossi un ospite in affitto perenne) e le darai un nipotino mentre tuo padre, che solitamente ha sempre orecchie altrove, si mette a sedere comodo e le dice "non è ancora pronta per il mondo là fuori". L'eterna lotta tra "hai ancora ventidue anni" e "hai già ventidue anni" di cui gli scienziati di ogni dove si interrogano da quando mettono piede a terra la mattina e che sono fermi ad un punto morto che si chiama "sono altri tempi".


Insomma, lasciando da parte gli scienziati e senza fare di tutta l'erba un fascio, mia madre la soluzione ce l'ha in mano: il problema sono io che spavento gli uomini. Ammettendo anche che al posto dei capelli abbia le serpi di medusa e che lo sguardo penetrante di papà (che sembra sempre crucciato ed invece è solo colpa di una mancata arcata sopraccigliare ad ali di gabbiano che mi farebbe assumere quell'aria da bionda e scema che fortunatamente mi son risparmiata) possa costringere l'altro sesso a camminarmi accanto con la mano sugli occhi, non vedo come possa aver ragione. Ah, ma io ne ammetto tante quante ne giustifico, e forse per questo ho gli zebedei al contrario e non mi va neanche di cercare di accontentare mia madre. Però sarò sincera.
A volte, quando sono sola in casa e alla radio suonano dolcemente i Metallica, penso all'amore raccontato e forse mai vissuto dai grandi scrittori e di cui riporto tre esempi:

l'amore tragico di Anna Karenina, per esempio, classico immenso, «il capolavoro assoluto della letteratura del XIX secolo» tramontato solo dopo l'interpretazione della Puccini in adattamento televisivo. Allora, c'è questa donna, Anna appunto, sposata con un funzionario statale (e lo sanno tutti che il segreto di un buon matrimonio è un buon portafoglio) a cui fa le corna con un uomo bello, affascinante, con la calzamaglia azzurra e bla bla con cui TRAN! fa un figlio rischiando di morire di parto. La figlia viene riconosciuta dal funzionario statale e ad Anna tocca una vita infelice finchè non decide di scappare con l'amante. Non contenta, Anna continua imperterrita nella sua crociata insoddisfatta e gelosa fino al suicidio sotto un treno;

la Capinera, la giovane fanciulla con il nome della Madonna destinata al convento per indigenza economica. Scoppiata la peste, ella è "costretta" a lasciare la gabbia che la trattiene scoprendo le meraviglie del mondo fuori la finestra imbattendosi anche in un giovinotto, Nino, grazie al quale incontra l'amore. La sgarzilla si monta la testa, ci ripensa sul fatto di far ritorno in convento ma la matrigna blocca ogni suo pensiero anarchico impedendole anche il contatto con il mondo esterno. Con le mani legate, la depressione e la morte nel cuore, Marietta ritorna in convento dove comincia un percorso di mortificazione della carne e dell'anima. Ella l'amerà per sempre, lui è uomo e con gli ormoni in subbuglio e presto la rimpiazza con la sorellastra. Cresci amici...
Maria muore comunque di dolore;

"Neanche per un uomo la vita è facile, sai? Poiché avrai muscoli più saldi, ti chiederanno di portare fardelli più pesanti, ti imporranno arbitrarie responsabilità. Poiché avrai la barba, rideranno se tu piangi e perfino se hai bisogno di tenerezza", e con questa citazione della Fallaci arrivo all'esempio numero 3 perchè, udite udite, anche gli uomini soffrono per amore: Werther ha vent'anni e, come tutti i ventenni, è stressato per colpa della frenetica vita cittadina. Si reca dunque in campagna per oziare e qui conosce Charlotte, promessa sposa di un funzionario statale (ricordate la prima storia? Queste donne la sanno lunga..) e della quale si innamora perdutamente. Presa coscienza di non poter tenere la ragazza per sè, ritorna in città riversando le sue forze sul lavoro, infelicemente, soprattutto quando viene a sapere che Lotte si è sposata e che lei gli ha proposto una bella FRIENDZONE con tanto di merletti. Werther, per amor proprio e di lei, si punta una pistola alla tempia e fine dei giochi.

Quando la mamma ritorna, il mio sguardo è perso nel vuoto, un po' alla "col piffero che mi innamoro" a "però un funzionario statale non sarebbe mica male". Insomma, io a crepare per amore non ci sto, nonostante amore e morte siano un binomio opposto mosso dalla stessa legge: non importa quanto lontano potrai scappare, ovunque tu sia, ti troverà. Male che dovesse andare, terrò a mente questa frase: " I mariti sono come i Kleenex: teneri, utili e sostituibili."    
       

sabato 4 aprile 2015

Piacere, Pasquale Coniglio

Natale con i tuoi e Pasqua con i buoi.. e le uova. Insomma, sono due settimane che il telefono squilla messaggini del tipo "auguri di pace, di serenità, e CHE IL CONIGLIO PASQUALE TI PORTI TANTE UOVA" e non nascondo di essere perplessa.
Premesso che (poverina) la Pasqua è la festa superata anche da Halloween nella classifica di gradimento e premesso ancora che possa esistere un fantomatico coniglio pasquale, mi chiedo quale super potere abbia per defecare uova di ciocc.. ah ecco.
Insomma, dal produttore al consumatore il processo lo conoscete: CONIGLIO - UOVO - BAMBINO - DENTISTA. Ma.. perchè? Perchè proprio il coniglio?
L'uovo in sè ha importanza storica, è sul podio dall'alba dei tempi dal celebre e irrisolto quesito che si chiede se sia nato prima l'uovo o la gallina. In entrambi i casi, dietro ogni uovo e ogni gallina si nasconde un vegano che darebbe uno dei suoi reni pur di difendere la specie. 
Se poi, da una parte, c'era chi venerava il sacro uovo come fulcro e fornace di tutte le cose belle che esistono a questo mondo e del mondo stesso, dall'altra Greci e Cinesi si scambiavano questi ovali decorati a mano il giorno del solstizio di primavera, non avendo ancora facebook per poter comunicare all'umanità il loro benvenuto alla primavera. I monarchi, sboroni, se le facevano rivestire con metalli preziosi: quelle si che erano galline dalle uova d'oro.
Uova a parte, torniamo al protagonista della storia: il coniglio. 
Benedetto figliolo, cornuto e mazziato perchè molti bambini lo disegnano più somigliante al cugino lepre che ad un coniglio; ma che nome poi! Non potevano chiamarlo, chessò, Federico? Francesco? Marco Luca Giovanni? Vabbè, l'ufficio anagrafe è chiuso sotto le feste e non possiamo fare più niente. Sicuro è che (perchè me l'ha detto l'uccellino di carnevale) che i veri rincoglioniti sono i tedeschi: "noi dofere trovare simbolo per Paskua per bravi bambini", celebre frase enunciata da un birraiolo durante l'Oktoberfest celebrato in piena natura. Mentre diceva questa frase, la moglie gli fece sapere che quella sera avrebbe preparato il coniglio con le patate spennellato con l'uovo (la Parodi approverebbe) e dato che i tedeschi sono svegli, ecco trovata la soluzione. Il resto lo sapete: la cugina del fruttivendolo del birraiolo ha informato la sorella dell'amica inglese di questa novità e la notizia ha fatto il giro del mondo, a mo di gioco del telefono: si parte con "guarda mio figlio con che uovo ha giocato" a "guarda mio figlio e le sue uova di cioccolato".
Comunque siano andate le cose, non vorrei mai essere dei panni del coniglio che domani sfornerà millemila uova per i bambini del mondo. Non siamo mica qui a rompere le uova nel paniere.