martedì 7 gennaio 2014

Non ad modum iterationis sed continuationis

Caro destinatario senza nome,
ecco, così riesco già a vederti un po’ meglio. Nella mia mente, ovvio.
Ho passato giorni di silenzio, giorni in cui ho cercato di tenere la mente chiusa e gli occhi sempre aperti ma i risultati non sono stati un granchè. Non ho neanche grandi pensieri in serbo per te, solo il rammarico per non averti scritto più spesso. Quando inizi a prendere un certo ritmo, le parole scorrono come un fiume in piena e sembrano non volersi arrestare mai; dal canto mio, quel silenzio è stata una piccola diga o dei bassi argini intorno a quel fiume, perché non riuscivo più a controllarne il flusso.
Non ricordo quando, credo domenica pomeriggio o ieri mattina, ero in bagno con mio fratello, io mi preparavo per uscire e lui anche, ognuno avanti al proprio specchio. Eravamo in silenzio, rotto solo da una sua frase: questo mondo fa troppo rumore. Io l’ho guardato. “ti prego dimmi altro”, cercavo di sussurrargli, e di rimando mi ha ceduto uno sguardo stranito.
“che c’è?”
Che c’è? Mi chiedi che c’è? Sono sconfortata, ecco cosa c’è. Mi dici qualcosa che secondo te non ha peso ma che in realtà nasconde una verità enorme e lo dici come se stessi chiedendo alla mamma cosa c’è da mangiare a pranzo o se l’Inter ha vinto la partita o meno. Forse era solo la frase di una canzone, ma perché non ci hai pensato più a fondo? Ti sei mai chiesto perché c’è rumore e perchè è l’unica cosa a dar fastidio? Non è solo rumore, è che a volte il silenzio parla ma non sappiamo ascoltare e ci arrabbiamo, e quando ci si arrabbia si ha voglia di rompere tutto.. anche quello stesso silenzio. Ecco cos’è il rumore: mancanza di silenzio. E c’hai mai pensato che il silenzio stesso è il rumore più grande che possiamo scatenare? Il silenzio fa paura, nel silenzio si nasconde quello che non vuole uscire allo scoperto. Perché non hai insistito? Perché lasciare che fosse solo la frase di una canzone? Avrei voluto, come quel giorno in cui mi hai chiesto un libro da leggere (e per me è stata una cosa indescrivibile), che tu mi dicessi cosa ti avesse lasciato quella frase. Ti sarebbe bastato fermarti un attimo di più davanti a quello specchio e le parole avresti potuto leggerle sopra, perché quando ti guardi negli occhi niente può più sfuggire.

Ci spero. Spero che arrivi il momento in cui vedrai passare la vita davanti agli occhi, nell’aria che respiri; che una singola parola ti scateni l’inferno dentro; che non accetterai un No, come risposta, che ti possa chiedere sempre il perché e il come. Spero che arrivi quel momento e, quando arriverà, io sarò lì.

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