sabato 11 gennaio 2014

Fenomeno (ovvero le cose che accadono al di là del cielo)

Caro destinatario,
per la prima volta, oggi ho detto a mia madre: “Mà, è vero quando dicono che non bisogna giudicare un libro dalla copertina. I pregiudizi sono proprio infami!”, e tutto questo perché devo dare un benedetto esame di geografia che mi sembrava non aver alcuna attinenza con la mia facoltà, poi ho aperto questo famoso libro e ci ho capito qualcosa di più quando ho letto “lineamenti di geografia antica” o una cosa del genere. Ovviamente prima mi sono un po’ martoriata, poi ho proseguito con una piccolissima spinta in più. Siamo partiti proprio dai tempi antichi, quando Anassimandro ed Ecateo, sempre dopo aver fatto i compiti, uscivano di casa e andavano a prendere a raccolta Aristotele e Pitagora per giocare a calcetto ma la storia era sempre la stessa: decidere se giocare con un pallone piatto come la Terra o con uno sferico come.. la Terra, allora finivano per litigare finchè faceva buio e le rispettive mamme li richiamavano a casa.

Al di là di questo (fino a domattina non voglio sentirne parlare), stasera mi è capitato di guardare il cielo come non succedeva da qualche sera. Ho alzato lo sguardo e c’era la luna, sono sicura che fosse bella ma non c’ho dato conto più di tanto, o almeno non tanto quanto ho fatto con il cielo in sé: una distesa d’acqua scura, mi ha dato l’impressione di un mare calmo, un oceano mare buio come ci si aspetta sia il colore della notte, e nella mia mente, ora, non riesco a figurare alcuna stella. Non ne ho viste, non me ne sono accorta, non ce n’erano, e mi è venuto da pensare che forse la nostra mente plasma, distorce l’immagine delle cose in base a quello che abbiamo dentro. Sai perché, altrimenti, a volte ci concentriamo su qualcosa senza averlo apparentemente deciso e tutto il resto scompare? Come se tu alzassi gli occhi per guardare il sole ma devi chiuderli così tanto, fino a farli diventare fessure, sicché vedi tutto meno quello che ti circonda. Non so, eppure sono convinta che oltre il cielo sensibile ci sia altro, un posto dove la materia non è più materia e tutte le voci diventano silenzio. Un posto dove c’è mancanza di luce, dove camminare diventa l’occupazione principale di ogni giorno, eppure è il posto più bello del mondo. Ci credi? Forse è lì che una parte di noi si dirige quando stiamo cominciando a realizzare quello che il destino ha in serbo per noi, quello che noi abbiamo in serbo per noi, perché la realizzazione non è altro che un volo con destinazione da scoprire minuto per minuto. Ci credi? Forse non è proprio così, ma stasera mi piace pensare che tutto quel buio fosse in realtà il muro trasparente per quel mondo al di là del cielo e che qualcuno lo stesse silenziosamente raggiungendo senza che nessuno se ne sia accorto. Bello credere che, da un’altra parte rispetto a questa, qualcuno abbia avuto la forza di spiccare il volo e realizzare se stesso, perché non è mai troppo tardi per chi decide che questo è il momento.

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