domenica 12 gennaio 2014

Da piccolo fanciullo 'ncominciai

Caro destinatario,
stasera avevo deciso di non scrivere perché tanto non avevo (e forse non ho) nulla da dire ma ho cominciato a pensare alla lettera in sé. Io ti scrivo e il non sapere chi sei, che livello culturale hai, quanti sono gli anni che segnano il tuo viso, è già complicato anche se un problema come questo l’abbiamo superato – per ora. E se scrivessi a me stessa? Nel senso, ad oggi che consigli potrei dare alla me che ha ancora pochi anni? Così mi è venuta in mente qualcosa del genere:

Cara me del passato,
siediti n’attimo che qua le cose non stanno affatto bene e leggi attentamente quello che sto per dirti perché da qui dipenderà tutto il tuo/nostro futuro.
Chi ti scrive è la Te del futuro; ti scrivo all’alba dei miei primi 21 anni e di vita, posso dirti, ne ho vista poca ma abbastanza. Sei contenta? Bene, perché anch’io lo sono. Perché scriverti, allora? Semplicemente perché a volte, col senno di poi, avrei voluto essere dove tu sei, qualche anno indietro, e non fare questo o dire quella parola, dalla cosa più piccola a quella più grande. Ad esempio? Vediamo. Imparerai a camminare, come tutti, ma la corsa verso chissà quali braccia ti farà rimpiangere di aver poggiato il piede per terra: i primi segnali di problemi d’equilibrio. Il naso ti farà male e ci metterai un po’ a riprendere a fare i tuoi passi per quella diffidenza che ti si è creata dentro ma fino alla fine addirittura si instaurerà un rapporto d’amicizia tra te e il pavimento; per gli anni dell’asilo non posso dirti niente perché ti lasceranno tanto, come quella persona che ti dimostrerà che l’amicizia può perdurare nel tempo anche senza vedersi mai. Le elementari saranno carine, saranno gli anni che faranno uscire ancor di più la tua passione per i libri. L’unico consiglio che posso darti è questo: se entrerà in classe una donna dalla pelle cadente e con un secchio alla mano, sbattiglielo in testa prima che possa segnare profondamente la vostra psiche. Se vedi (o non vedi) qualcosa di strano, avvisa subito mamma che poi ti ritrovi con i tappi di bottiglia sul naso vita natural durante e levati quel maledetto vizio di correre per casa, tanto mostri non ce ne sono e gli interruttori non scappano ed eviti di correre al pronto soccorso per 6 punti di sutura. Magari, ehm, evita di correre per le discese, che poi non riesci a frenare e ti schianti col mento contro un muretto. Le scuole medie, posso dirti, le ricordo molto felicemente: tornerà con te quell’amica con cui condividevi il mignolo all’asilo e comincerai a guardare le cose con quattr’occhi diversi. Prenderai sotto gamba il professore di matematica, un po’ strampalato e un po’ distratto, quindi ti conviene metterti sotto perché i guai arrivano dopo. Non pretendere di voler giocare sempre e a tutti i costi alla pallavolo che poi a casa te ne torni con un dito rotto o con un ginocchio sfracellato. T’iscriverai al corso di teatro e qui sfogherai la voglia di cantare, quindi magari approfondiscila meglio e non aver paura, perché la paura ti preclude tante cose e ti chiude tante porte. Conoscerai un sacco di persone, ma alcune puoi proprio evitarle. E non preoccuparti per gli esami di terza media: un calcio al sedere e via. Sulla scelta del liceo ci penserei un attimo: magari ti farebbe più piacere frequentare un classico e passare cinque anni almeno con un po’ di sorriso anziché con la rabbia e con la repressione. L’altra faccia della medaglia sono le persone che conoscerai e con le quali condividerai il bello e il cattivo tempo e che saranno, probabilmente, la medicina che cura tutti i mali. Ricordati sempre di fare i disegni e di portare la cartellina, che la tua prof non perdona; studia sempre filosofia e latino perché gli arretrati ti guarderanno con sguardo arcigno e applicati un po’ di più su quelle nozioni di matematica che proprio ti pesano. Fidati, le notti che passerai sveglia saranno molte di meno.
Concludi il corso d’inglese anche se hai tanto da studiare, perché studiare la lingua ti farà bene. Diffida di chi dice d’esserti amico e poi ti lascia con un castello campato in aria. Dimentica tutto il dolore e lascia perdere i pregiudizi, che son tanti quelli che ha la gente senza che ti ci metta a rimuginarci sopra e dì di si per ogni follia che probabilmente non le ripeterai più. Dì ai tuoi nonni che gli vuoi bene prima che non possa farlo più. Evita le litigate inutili con i tuoi genitori, perché ti comporterai da incosciente ed immatura quando dovresti dimostrare altro. 
Cara piccola me, non spaventarti. Mentre ti scrivevo, ho capito che, anche se potessi, non avrei mai il coraggio di inviarti questa lettera. Amerai ogni sbaglio fatto sulla strada perché è grazie a quelli che oggi sei quel che sei e credimi che ne andrai fiera, senza superbia o altezzosità, semplicemente ti piacerà vivere la vita che ti sei creata. Anche se la strada è ancora lunga, per te ancor di più, ricorda che hai una certezza nella vita: qualsiasi scala, gradino o marciapiede, alto o basso che siano, non lo vedrai, ma non preoccuparti: avrai sicuramente degli amici meravigliosi pronti a ridere lì con te.

1 commento:

  1. "Cara piccola te"...potrei aggiungere tante cose, a quelle che la tua "te del futuro" ha detto...ma, senza rammarico, mi accorgo che sarebbero superflue, perché la donna in fieri custodita in te, ha già colto tanto dell'essenziale dell'umana esistenza...i consigli che ti ha dato, sono perle di rara saggezza, frutto di una mente particolarmente brillante e sensibile, arguta e puntuale nei giudizi...non potrai sbagliarti se ti affiderai a lei, ma se anche ti capitasse di sbagliare, sappi che lei ti ha consigliato secondo il meglio che ha potuto e con il cuore e non gliene vorrai se qualche volta inciamperai anche tu...capita a tutti quelli che hanno il coraggio di osare...

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