giovedì 16 gennaio 2014

Cogito ergo sum - Diventiamo quello che pensiamo

Caro destinatario,
a quasi venti giorni dalla mia prima lettera a chiunque vesta i tuoi panni, anche stasera ho visto un film o, meglio, un signor film (e per me è un evento raro, dato che con la tv ci sto litigata).


Con la regia di Phyllida Lloyd ed una bellissima e convincente Maryl Streep, la storia racconta di una grande donna diventata “primo” Primo ministro inglese donna (ed aggiungerei l’unica), all’età di 54 anni, perseverando una fermezza ed una tenacia dimostrate sin da giovanissima, e il tutto visto con i suoi stessi occhi da ottantenne che ancora lottano contro le ingiustizie e il nemico più grande: se stessa. L’intera narrazione si svolge con continue regressioni e flashbacks quasi come se il passato e il presente si fondessero in un tempo indefinito ma carico di sentimento. Per quanto l’interpretazione possa esser stata stupefacente, è stata la storia in sé e farmi riflettere (e forse, è giusto che sia così): incredibile è pensare a come una donna possa aver davvero avuto tanta forza, tanto coraggio e tanta grinta da sfidare quanti non credevano in lei.. e se non erano tutti, erano comunque abbastanza. Chissà cosa sarebbero stati quegli anni senza la sua impronta; chissà quanti, da lei, hanno tratto ispirazione ed insegnamento, forse relativamente da un punto di vista politico, condivisibile o meno, quanto da uno umano. Straordinario è pensare come tanta risolutezza sia potuta risiedere in una sola donna, che non può che essere definita una Lady di Ferro. La Lady è stata lo schiaffo morale a quanti non credevano che una donna potesse ricoprire alte cariche politiche; che non riuscissero a pensare con la propria testa; che non potesse essere all’altezza di un così grande compito. La Lady ha dimostrato di saper governare come un uomo ma soprattutto di saper sbagliare come un uomo. È riuscita a dimostrare che non aveva nulla da dimostrare, che aveva da agire, che aveva da pensare senza paura di esprimere tali pensieri. La prova provata che essere donna non è una maledizione, che la donna non è simbolo di inferiorità. Parlo per quanti ancora credono che il posto della donna sia un gradino sotto all’uomo, parlo per quante nascono donna e non sanno che fortuna hanno. Parlo per quante dimenticano di aver un orgoglio ed una fierezza innate e che hanno nelle mani un grande potere ma non lo mettono in pratica. A me ha lasciato tanto, compresa la convinzione che con costanza, risolutezza e convinzione si possono fare grandi passi: giorno per giorno, magari anche quando non me ne accorgo, crescono e si saldano in me taluni principi che mi rendono la certezza di non aver nulla di cui aver paura e nulla in meno degli altri. Ti lascio con una frase che mi è rimasta dentro, sperando che possa essere un faro anche per te.
« Cura i pensieri: diventeranno parole. Cura le tue parole: diventeranno le tue azioni. Cura le tue azioni: diventeranno abitudini. Cura le tue abitudini: diventeranno il tuo carattere e cura il tuo carattere perché diventerà il tuo destino. Diventiamo quello che pensiamo. »

Nessun commento:

Posta un commento