mercoledì 28 ottobre 2015

Biancaneve e i sette vegani

"Mangiare carne rossa fa venire il cancro" e tutti con le dita in gola cercando di rimettere la fiorentina trangugiata a pranzo (e, visto che ci siamo, anche quella della merenda a metà mattinata).
Certo è che tutto questo marasma ha gonfiato ben altra carne e l'ego di vegetariani, vegani e affini, perché no, perché loro questo lo sapevano da tempo senza che ci si mettesse l'OMS, l'IARC e l'agnello che spera di non essere sacrificato per Pasqua inventandosele tutte. Fermo restando che non credo assolutamente in una teoria complottista di tal V per Verdura che cerca di convertire un mondo di poveri carnivori disgraziati destinati all'inevitabile dannazione, per sdrammatizzare mi son raccontata la favola di Biancaneve e i sette vegani.

Allora, c'era quella famosa volta una bambina pallida che bla bla bla rimase orfana e condannata a sottostare alla malignità e ai soprusi della matrigna vegana. Un giorno la strega madre chiese al fruttivendolo di condurre la ragazza nel bosco, ucciderla a suon di sedani in testa e portarle il suo broccolo biologico che avrebbe mangiato nel minestrone quella sera stessa. L'innocente fruttivendolo non poté adempiere alla pazzia comandatagli dalla strega, così aiutò la ragazza a scappare e, a sfregio, portò al castello della matrigna un broccolo proveniente da colture non controllate.
Biancaneve corse nel bosco a più non posso fino ad incontrare la casa dei sette vegani, piccolo esseri dai colori della natura che coltivavano la terra per provvedere al proprio sostentamento.
"Eihò Eihò, andiamo a coltivar.."
Biancaneve soffriva la mancanza della carne, tanto che sognava ogni notte di mangiare una bistecca fumante e stringeva forte il ciondolo a forma di spiedino di bombetta regalatole dal padre come talismano dopo che venne a conoscenza della "particolarità" della matrigna. "Ricorda, a papà, che gli uomini vanno e vengono ma una bistecca è per sempre!". Ecco perché quando bussarono alla porta di casa dei vegani e Biancaneve si trovò davanti una nonnina con un piatto di carne con le patate, la ragazza si fiondò senza tanti crismi.. morendo sul colpo.
I vegani furono combattuti circa l'attuazione della funzione funebre, si trattava pur sempre di suicidio e questo non è ammesso dalla chiesa!
La posero, in ogni modo, in una vetrina da macellaio (per contrappasso) al centro del bosco cantando la canzone dei legumi addolorati.
Passò di lì, per caso, un principe che stava mangiando un panino con wurstel e patatine e pensò bene di baciare la ragazza che, sentendo il profumo della carne e del fritto (accoppiata davvero mortale) e il sapore della salsa barbecue sulle labbra, si svegliò intonando l'alleluia.

Morale della favola: Mangiate quel che vi pare che la vita è troppo breve per non imsaporirla nel modo in cui crediamo più giusto!

PS. la strega morì qualche giorno dopo, affogandosi con un pisellino Findus.

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