lunedì 9 giugno 2014

Equivocamente parlando - I Menecmi

Caro destinatario,
c’era un tempo in cui scrivere era vitale come lo è per me bere succo a pranzo, ma ultimamente mi sto perdendo un po’. E sto perdendo anche un paio di dita al giorno, se vogliamo dirla tutta. C’era un periodo in cui mangiavo carote a go-go ogni pomeriggio, le vaschette intere, e questo comportava dita sbucciate per colpa del pela carote. Ad un certo punto anche il sangue era diventato arancione, poi ho deciso di smettere e le mie dita hanno rivisto la luce. Ora sono nella fase “a volte ritornano” e giro con le dita incerottate, sintomatico che c’è qualcosa che non va.

Ieri non sai cosa è successo: ho fatto un vero e proprio salto nel passato, fino agli anni della terza media in cui mi atteggiavo ad attrice da miglior premio Oscar al teatro della scuola ed in particolare pensavo ad una rappresentazione di cui mi rendo conto solo ora di quanto mi sia rimasta nel cuore.
La storia era incentrata sulla commedia degli equivoci ad opera di Plauto ma, più precisamente, sulla storia di due gemelli e sulle loro peripezie quando l’uno viene scambiato per l’altro. Un po’ come quando io e mio padre usciamo di casa e la gente chiede a me il perché mi sia tagliata i baffi e a lui il perché NON se li sia tagliati. È dura la vita del gemello.
Dicevo, questi due gemellini non hanno avuto vita facile: a parte il fatto di chiamarsi nello stesso modo (immagina te l’ansia quando in classe ti chiamano per l’interrogazione e il prof dice “chiamiamo Menecmo... vediamo: 1 o 2?” e tu lì a morire di crepacuore) ma anche perché uno dei due venne smarrito al mercato di Taranto dal padre. Vedi cosa succede a far fare le cose agli uomini?
Insomma, tra una vaschetta di pomodorini a 50 centesimi al kilo e i kiwi da scegliere perché la mamma a casa deve preparare la torta alla frutta, uno dei gemelli si perde. Al tempo le adozioni erano molto più semplificate rispetto ad ora, così un uomo lo trovò per strada, lo guardò e disse “lo adotto” molto facilmente, come si farebbe a quel famoso mercato davanti al banco del pesce.

Per capirci meglio, M1 è il gemello smarrito, M2 l’altro.

Una volta a casa, il padre riferì la notizia dello smarrimento e la moglie fece volare in aria il tavoliere sul quale stava impastando la base per il dolce; qualche giorno dopo, il marito morì. Molti dicono sia stato il dolore ad ucciderlo, secondo me è stata la moglie.
Ad M2 fu dato solo in seguito il nome del fratello, una sorta di lapide vivente insomma. M2, crescendo, sente il bisogno di trovare il fratello perduto (ma chi gliel’ha fatta fare, poi? Non era contento di avere la stanza tutta per sé?) così arriva ad Epidamno insieme al servo: bingo.
M1 era diventato un bel giovane con tanto di moglie e amante, proprio per non farsi mancare nulla; un po’ tirchio, forse, dato che sottraeva alla moglie per dare alla morosa. No, non c’entra niente con Robin Hood… quella è un’altra storia. 
Quel giorno, M1 era ospite a pranzo dalla concubina così, mentre attendeva che fosse pronto, esce a fare un giro al foro; contemporaneamente, il cuoco viene mandato al mercato per far la spesa e, ta-da!, incontra M2 scambiandolo per M1. M2 pensa di esser capitato nella città dei pazzi, ma lascia perdere e prosegue il suo giro. Incontra poi una strana donna che lo invita a pranzo: cambiando idea riguardo quella città che appare ora così ospitale, accetta. Il servo di M1, Spazzola (era un soprannome datogli per via dei capelli e che cresceva con lui: da piccolo lo chiamavano Pettine), vedendo il suo padrone uscire dalla casa dell’amante senza averlo aspettato, spiffera tutte le sue malefatte alla moglie che subito scappa di casa e tira le orecchie ad M1 chiedendogli la restituzione del mantello, dono di M1 all'amante, ormai nelle mani di M2 in seguito ad un equivoco. M1 si reca quindi a casa dell’amante, nel frattempo però M2 viene fermato dalla moglie e dal padre e riempito di domande di fronte alle quali, ovviamente, egli non sa che rispondere o nega imperterrito. Viene interpellato un medico ma M2 scappa fingendosi pazzo; i medici lo inseguono ma acciuffano M1, ignaro della situazione e in preda al panico. Povero diavolo.

La rivelazione dell’equivoco avviene per mano del servo di M2, che riconosce subito il volto di chi l’ha stipendiato per tanti anni: Maria apre la busta e i gemelli si riabbracciano.

Ah, quella povera cristiana della moglie, cornuta e mazziata, viene pure venduta all’asta. Una cosa però l'ho capita: per quanto possa essere importante il legame con la famiglia, tra moglie e marito... non mettere il gemello.

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