sabato 10 maggio 2014

Donne e motori, ciclo e dolori

Caro destinatario,

prima del sesso e dei matrimoni gay, l’argomento più tabù al mondo resta il ciclo delle donne. Certo, tutti sanno che esiste (non è una leggenda, tu non saresti qui altrimenti e nemmeno io) ma nessuno osa parlarne. O meglio, magari gli uomini vorrebbero parlarne ma proprio in quei cinque giorni di periodo rosso in cui le donne, o la maggior parte, sono completamente intrattabili. Che poi, meno male che l’hanno le donne: già m’immagino gli uomini, in un ipotetico universo parallelo, morenti e sofferenti nel letto addirittura dieci giorni prima e intenti a lasciar testamento perché potrebbero non superare la notte. 



La donna col ciclo è diventato uno dei simboli ad hoc per la rappresentazione del male: occhi infuocati, capelli irsuti come serpi, sguardo arcigno e unghie e denti affilati pronti a sradicare dalla faccia della terra la prima parola o frase detta in modo sbagliato. Non per niente, nel Medioevo si riteneva che avere rapporti con una donna mestruata potesse provocare la lebbra: in quei giorni, la donna impura e peccatrice (ma de che?) veniva costretta in una stanza in isolamento perché aveva poteri forse inversi a quelli di Re Mida sciogliendo come acido tutto quello che toccava. 


Le donne mestruate furono prese sempre più di mira e messe sempre più nell’occhio del ciclone, tanto che diversi medici della Grecia antica studiarono il fenomeno dell’isteria come causa di un fantomatico utero vagante che capovolgeva completamente l’anatomia femminile provocando, appunto, fenomeni di fanatismo estremo. Ne parlarono in così tanti che dopo Futuristi, Crepuscolari e Avanguardisti, nacquero anche gli adepti alla “corrente pro-mestruo”, caratterizzata da scritti nei quali compaiono anche “uteri birichini che scappavano quà e là”. Mi chiedo se, anziché la falce e il martello, utilizzassero assorbenti e tamponi come icona riconoscitiva… 
Dati e testimonianze sono riportate, ovviamente, da medici di sesso maschile. Chi l’avrebbe mai detto.
Dall’altro lato della medaglia, però, il ciclo è diventato fonte di guadagno per i coraggiosi che si son cimentati in questo misterioso infero terrestre e che hanno saputo trarne profitto con chimeriche coppette raccogli ciclo (e magari conservarlo per i periodi di magra o improvvise visite di Edward il vampiro) e assorbenti tappa-ogni-buco.
La verità è che quella della donna mostro è solo una leggenda per allontanare i teppisti della domenica, quelli che proprio non riescono a non infierire sui bubboni fase premestruale che addobbano a Natale il viso delle malcapitate. Una piccola vendetta, in sostanza, ci sta tutta.
Non è un’epopea, invece, la visione della donna eroe: dopo la signora in giallo, quella in rosso sarebbe stato un ben degno tributo. La carta non esisteva ancora, le donne vivevano nelle piramidi e una volta al mese si potevano udire gli scriba urlare e inveire contro misteriosi rotoli di papiro e pergamene che sparivano chissà dove per ricomparire qualche giorno dopo, proprio nel posto in cui erano stati lasciati, ma con qualche macchiolina scura in più. Da lì nacque l’effetto bruciato della carta pergamenata. 
Se le donne del secolo scorso potessero vedere quanto sia minuscola la biancheria intima delle ragazze di oggi, sicuramente avrebbero uno shock non indifferente: per loro, in quei giorni, era normale amministrazione indossare i sì detti mutandoni della nonna o grembiuli sanitari e calzoncini così da non sporcare i cuscini quando sedevano sul divano buono. 
L’emancipazione delle donne nacque da quell’isolamento forzato che le ha spinte creare una sorta di gruppo di ciclo solidale e ispirandole a studiare su loro stesse nuovi metodi per impedire al liquido rosso di sgorgar via come la piena del Nilo: lasciate sole a casa mentre i loro mariti lavoravano o partivano per la guerra, le donne-casalinghe-madri-mogli con il ciclo testavano ogni genere di panno assorbente fino a trovare qualcosa di molto simile allo Scottex che potesse alleviarle da ogni pensiero. E poi sicuramente si riunivano in qualche Club del Ciclo per scambiare idee e invenzioni sulla questione. 

Sull’argomento se ne potrebbe discutere per ore ma sicuramente avremmo per risultato una banda di uomini segregati in un angolo con le mani alle orecchie, inermi e semi-traumatizzati perché il diavolo potrebbe intaccare il loro fragile udito. State tranquilli, filtri mortali con il ciclo ancora non ne sappiamo fare.

Ma mai dire mai.

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