martedì 8 aprile 2014

C'era una volta un pesce rosso

Caro destinatario,

ma tu che tipo sei? Intendo dire, quale tipo di pelo incombe minaccioso sul tuo divano? Canino o felino? No sai, perché secondo me vale la regola del “dimmi che animale hai e ti dirò chi sei”. Di solito le persone coi gatti sono le più FFFRRRR!, nel senso che hanno gli artigli sempre pronti a scattare per emulazione del proprio animale; i dog addicted sono invece più coccoloni, teneri e “bavosi”, nel senso che magari ti riempiono così tanto di baci che un po’ di scia di saliva ci scappa (ovviamente parlo per esperienza personale; magari a te è capitato tutto il contrario, ma ora parlo io e va così).
Io sono da pesce rosso, e se cominci a ridere giuro che non ti parlo più, anzi, non ti scrivo. I pesci rossi li vedi lì tranquilli tutto il giorno, nella loro boccia o nel loro acquario a seconda che il pesce sia da residence o casa in campagna (sono esigenti i pesci rossi, quasi quasi hanno le pretese dei miliardari) però non sono mai fermi: irrefrenabili, scorrazzano tutto il giorno senza una meta e all'apparenza sono felici, forse perché la loro memoria dura tre secondi e dimenticano pure di andare dalla nonna perché gliel'ha detto la mamma o di annaffiare le piante. 
Gliene vuoi fare una colpa? Io no, so cosa significa avere le giornate intere e la vita stessa perennemente impegnata.
Solo di recente ho scoperto che il pesce rosso ha alle spalle una storia importante: si dice infatti sia nato in una pozza d’acqua, per volere divino, dopo mesi e mesi di siccità ed era portatore di buone nuove... tutto ciò in Cina. E figurati se potesse mancare la mano dei cinesi.
Insomma, il pesce rosso era così sacro che l’imperatore cinese si fece costruire un giardino con annessa residenza estivo/invernale apposta per l’animale (non avevo torto io, allora, quando dicevo che sono viziati) e guai a toccarli con un dito: come si dice, tocca il mio pesce e taglierò la tua mano. Legge del Taglione, semplice.
L’imperatore voleva addirittura mandarli a scuola ma fu costretto a sottostare ai comandi della regina: “scegli, o mandi i tuoi figli a scuola o il pesce... e bada bene, dalla tua risposta dipenderanno anche le nostre notti!”.
La scelta dell’imperatore è facilmente immaginabile... scelse il pesce, perché la moglie non era poi granché e parlava comunque meno della moglie. Molto meno.
Destinati ad essere longevi quasi quanto Maurizio Costanzo, fu subito destinato a girare il mondo ospitato, ovviamente, nelle case dei nobili e delle persone importanti, perché non poteva permettersi di mischiarsi con le semplici alici; una volta venne regalato ad una nobildonna che di nome faceva Pompadour e tra il nome e il “madame ti ho regalato un pesce” sai che risate.
La vera tendenza durante gli anni di Napoleone (e sicuramente ora Dolce e Gabbana saranno invidiosi per non avere avuto loro per primi l’idea) era portare delle bocce con i pesci rossi appese alle orecchie, a mo di ornamento: sicuramente queste donne portavano con sé delle bavette, altrimenti non so come facessero.

Ora: abbiamo appurato che il pesce rosso è un animale regale, sicuramente anche di compagnia e molto apprezzato da ogni fascia d’età, ma… Solo una cosa: per quanto possa amarli, per Natale non farti venire in mente orecchini del genere.

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